Ricordo una zia, che ormai è morta da molti anni, lei non aveva un animale, e quando sentiva dire da qualcuno che era triste per la morte del proprio animale domestico, non dico che lo irrideva, ma lo trattava con sufficienza (come peraltro farebbero molti di noi). Anni dopo mia zia prese un bastardino. Non ricordo chi glielo regalò, forse mia cugina, penso che lo abbia tenuto con sé una quindicina di anni, anche quando poi rimase sola perché vedova e questo cane era la sua sola compagnia. Ricordo per averlo visto di persona che, quando in mezzo a un discorso e senza guardare il cane, nominava la parola “catenella” per riferirsi al guinzaglio, il cane correva immediatamente scodinzolando e guaendo proprio dove lo strumento era appeso, vicino a un termosifone, conscio che era arrivato il fatidico meraviglioso momento della passeggiata. Ricordo di averlo portato anch’io in giro per i posti a lui più graditi. Ebbene, un giorno qualcuno avviso’ mia zia che il cane era morto e lei scendendo lo trovò riverso in strada, lo raccolse, lo adagio’ sul marciapiede e restò lì inginocchiata a piangere sconsolata per la perdita di quel compagno inseparabile di molti anni di vita insieme. In quel momento passò di lì un signore e, appreso il fatto, le disse: “la comprendo bene signora, l’ho provato anch’io, è un dolore atroce!”. Noi pensiamo, guardando da fuori, che questi piccoli compagni di vita siano degli elementi intercambiabili facilmente sostituibili, beh non lo sono! Certo potremmo prendere un altro animale per riversare su di lui il nostro affetto, ma dovremmo comunque prima superare un periodo di lutto. Questi compagni pelosi lasciano un vuoto fisico, palpabile, e portano con sé esperienze di vita e momenti pieni di significato che abbiamo condiviso con loro. Loro non ci giudicano e ci amano incondizionatamente, cosa sempre più difficile tra esseri umani. È per questo che la loro perdita risulta così inconsolabile, tanto che molti in vista di questo tragico momento preferiscono non prendere proprio con sé un animale da compagnia, che sarebbe più corretto definire “compagno di vita”. Sappiamo che lui non potrà che accompagnarci solo per un tratto del nostro percorso terreno, ma separarcene costa comunque un grande sforzo e dolore fisico. Perciò la prossima volta che vedrete qualcuno piangere per la perdita del proprio animale domestico, non lo giudicate, sappiate che quel dolore è vero e tangibile e che voi fareste probabilmente lo stesso al suo posto, se siete capaci di provare vero amore per qualcuno. Ricordo una frase di Arthur Schopenhauer: “Chi non ha mai posseduto un cane, non sa cosa significhi essere amato.”