Il giornale La Repubblica titola “Il vaccino, è vero, protegge poco o nulla dall’infezione, ma è sempre un’arma molto efficace ”contro la ‘malattia grave””, con che base scientifica quindi buona parte della popolazione italiana è stata emarginata?
Vedi, il problema non è la base scientifica. Il problema è la psicologia.
Io potrei fornirti una sfilza di studi scientifici che mostrano i dati sull’efficacia dei vaccini anti-covid contro il contagio dalla variante originale e dalla delta. Potrei anche mostrare tutti i dati sull’occupazione delle terapie intensive in mezzo mondo, la cui saturazione rendeva fondamentale l’abbassamento della quantità di malati gravi, per cui era importante che ci si vaccinasse anche solo per evitare di occupare altri posti letto.
Ma sarebbe inutile.
Se io mostrassi un articolo preso da una rivista scientifica che dimostra che i vaccini hanno avuto una buona efficacia contro i contagi nel 2021 e parte del 2022, e un’ottima efficacia contro la malattia grave sempre, la risposta che susciterei nel novax di turno sarebbe una delle seguenti:
- Mi direbbe che quella non è “vera scienza”, magari corroborando tale tesi con un link ad un post su Facebook o ad un video su YouTube che dimostrino ciò che debba intendersi per “vera scienza”.
- Elencherebbe dati di segno opposto, ma senza fonti. Una eventuale richiesta in tal senso non verrebbe mai soddisfatta, o al massimo otterrebbe un altro post su Facebook o un altro video su YouTube.
- Mi citerebbe le parole di Tizio, che è uno scienziato famoso e che sta spesso in televisione. Come mi permetto io, che non sono nessuno, di dire il contrario di quello che dice l’esimio Tizio? Ovviamente il tentativo di seguire lo stesso ragionamento, ignorandone quindi la palese fallacia, ed elencare una sfilza di scienziati famosi che la pensano al contrario di Tizio sortirebbe l’unico effetto di ascriverli tutti seduta stante alla comunità degli stipendiati da Bigfarma.
- Mi rimanderebbe ad articoli scientifici pubblicati su riviste di quart’ordine che risultano noti esclusivamente in ambienti novax e dei quali nessuno nella comunità scientifica ha mai sentito parlare a causa della loro totale irrilevanza. Gli unici scienziati a conoscenza di uno studio del genere sono di solito quelli che l’hanno scritto e quelli che tipicamente hanno pubblicato un successivo articolo di aspra critica o smentita nei confronti del primo. Tale articolo, però, oltre ad essere del tutto sconosciuto tra gli scienziati, lo è pure tra i novax.
- Mi farebbe un elenco di politici italiani che hanno detto questo e quello e perciò sono degli infami traditori della patria, e quindi io mi devo vergognare. Qui il mio problema è che difficilmente capisco a cosa ci si riferisca, perché di solito sono concetti travasati direttamente da titoli di quotidiani italiani rispetto ai quali pratico il più assoluto disinteresse. Vengo quindi sommerso da un torrente di dissonanza cognitiva nel tentativo di far comunicare le informazioni scientifiche rispetto all’efficacia di un vaccino somministrato su tutto il pianeta per combattere una pandemia, con quello che avrebbe detto Speranza da Floris un anno fa a proposito del green pass italiano. Davanti ai miei occhi chiusi si incrociano istogrammi di Science con selfie di Salvini, le formule dei modelli epidemiologici di Nature con i titoli a otto colonne dedicati a una vigilessa no-vax da “La Verità”. E mi sovvien l’eterno, e le morte stagioni e la presente e viva. Ma più le morte.
- Mi accuserebbe di aver subìto il lavaggio del cervello da parte dei media. Giusto a titolo di esempio citerei quella volta in cui fui accusato di essermi fatto rincretinire a furia di televisione anziché informarmi dalle fonti scientifiche. Detto a un ricercatore che all’epoca viveva dentro un campus universitario, stava lavorando ad una meta-analisi della letteratura scientifica sul covid, e la cui televisione prendeva solo canali arabi.
- Mi coprirebbe direttamente di insulti.
Tutto questo verrebbe avanzato mediante commenti tendenzialmente sgrammaticati e PARZIALMENTE IN MAIUSCOLO, perché con le lettere grosse il sistema si combatte meglio.
Quello che difficilmente otterrei sarebbe una critica nel merito. Non vorrei pensarlo, ma ahimè temo che il motivo principale sia la mera incapacità dell’accanito interlocutore di leggere e comprendere uno studio scientifico, oltretutto in inglese. Che sarebbe anche una cosa normale, visto che parliamo di letteratura specialistica. Il problema è che questo diventa sufficiente perché il fiero sovvertitore di greggi assuma che in quell’articolo debbano esserci scritte solo fregnacce, mentre quel tizio che fa le stories su Instagram sì che parla chiaro.
Ecco, queste sono le principali motivazioni per cui non ripeterò per l’ennesima volta quali siano le basi scientifiche di cui si parla nella domanda. Non ritenendo che la domanda stessa sia posta con l’intento sincero di imparare qualcosa, ma piuttosto con quello di provocare un ennesimo battibecco ideologico, temo che mi ritroverei immerso fino al collo in uno dei casi elencati sopra.
E a ‘na certa il navigar non m’è mica tanto dolce, in questo mare.