La campagna elettorale può essere vista come una vera e propria campagna militare. Nulla deve essere affidato al caso: analisi, strategia, comandanti, squadra, spirito. Senza questi, le conquiste di Alessandro Magno, Giulio Cesare o Napoleone Bonaparte non sarebbero esistite.
Ecco 8 consigli su come svolgere una campagna elettorale al meglio, tratti dal libro “I segreti dell’urna” di Giovanni Diamanti.
1. Conosci te stesso, il tuo avversario e il contesto
Bisogna conoscere alla perfezione l’attacco e la difesa degli avversari per poterli colpire. Ricorda però che prima devi conoscere te stesso: le tue qualità, i tuoi difetti, i punti di forza da valorizzare e i punti deboli da arginare sui quali faranno leva gli avversari.
Una volta che hai acquisito coscienza di chi sei e di chi è il tuo avversario, analizza attentamente il campo da gioco, ossia il contesto.
Nel 2008 Obama spiazzò gli avversari investendo fortemente negli stati repubblicani. Questa mossa nacque da un’attenta analisi che prese in considerazione l’evoluzione demografica dei territori in questione. Emerse che nello Stato chiave della Virginia la componente afroamericana era sempre più numerosa. Per chi avrebbero votato se non per un giovane candidato che probabilmente sarebbe diventato il primo afroamericano Presidente degli Stati Uniti d’America?
2. Abbassa le aspettative per sorprendere
Aspettative, sorprese, delusioni: come utilizzarle?
Nel 2004 lo staff di Bush dipinse l’avversario John Kerry come un oratore imbattibile, innalzando così le aspettative intorno alla sua figura. Così facendo, pose le basi per provocare, in caso di sconfitta di Kerry nel dibattito tra candidati, un forte sgomento tra i suoi sostenitori. Fu ciò che avvenne.
Non sempre però si ottengono i risultati sperati: talvolta abbassare troppo le aspettative sul proprio conto genera un senso di impotenza e sconfitta preannunciata, regalando così la vittoria all’avversario. Fondamentale è il ruolo dei media: gran parte della popolazione non segue i dibattiti veri e propri ma si fa un’idea sulla base della narrazione mediatica. Questo spiega perché alcune vittorie sono considerate “mutilate” e alcune sconfitte “gloriose”. Per esempio, se sei un candidato di destra e perdi di poco in un “terra rossa” (o, viceversa, se sei di sinistra e vinci in un territorio storicamente di destra) punta l’attenzione sull’ottimo risultato che avete ottenuto tu e la tua lista: la sconfitta verrà percepita come “gloriosa” e porrà le basi per una futura candidatura. Vincere non è sempre l’obiettivo: a volte bisogna puntare sul lungo termine, sulle sfide future.
3. Vinci senza combattere
In alcune circostanze si può portare a casa il risultato senza sporcarsi le mani. Come?
Parti in anticipo, scendi in campo prima degli altri.
Se sei un personaggio noto nel tuo territorio, i possibili competitor saranno scoraggiati nel vedere che dovranno competere con te, quindi non si candideranno o si ritireranno in corsa.
In ogni caso, uno strumento che può venirti incontro è il sondaggio: dimostrando che sei in vantaggio rispetto agli altri, instillerà timori ed incertezze tra gli avversari.
Appena nei hai la possibilità, organizza eventi e coinvolgi più persone possibili: i bagni di folla spaventeranno gli altri candidati.
4. Scegli il campo di battaglia
Sun Tzu, generale e filosofo cinese, diceva che il generale esperto non va, ma fa venire l’avversario. Così si sceglie il terreno dello scontro.
Una tecnica formidabile è il framing: l’interpretazione che si impone ai media quando si parla di un determinato argomento. Ne ha parlato George Lakoff nell’opera “Non pensare all’elefante” (consigliato da noi in questo articolo, insieme ad altri libri e alcuni film sulla comunicazione politica).
Un esempio è il tema “immigrazione”: in base allo schieramento politico e ideologico, ogni personaggio politico cerca di imporre la propria visione che può essere “pericolo per la sicurezza”, “opportunità per nuova forza lavoro” oppure “questione di umanità e moralità”.
Anche qui conta la tempistica: se sei il primo a parlare di un argomento, impostando preventivamente la tua visione, avrai più successo nel dibattito. Meglio se sei tu a sollevare una questione, così da avere il dominio sul campo da gioco. Sempre riguardo al tema immigrazione, la Lega è stato il primo partito a parlarne con un messaggio forte e chiaro, precedendo gli altri partiti, i quali hanno dovuto spesso rincorrerla su questo tema. Se assumi determinate posizioni e noti che quelle del tuo avversario sono più premiate dall’opinione pubblica, non cambiare idea per copiare le sue, rimani coerente e alla lunga potrai essere premiato. La gente preferisce l’originale all’imitazione.
5. Valorizza i tuoi punti di forza
Una strategia di marketing efficace prevede di incentrare le campagne pubblicitarie su un’unica ragione di vendita da comunicare in maniera quasi compulsiva.
Il contenuto del messaggio, come diceva James Carville (consulente di Bill Clinton), deve avere tre requisiti: semplicità, rilevanza e reiterazione. Avrai sicuramente notato come gli esponenti politici rilancino le stesse proposte e gli stessi slogan sempre e ovunque. Pochi messaggi chiari e di impatto, questa è la regola.
Il motivo è che le persone sono spesso disinteressate ed il livello dell’attenzione è sempre più basso. I messaggi che lanci devono dunque suscitare interesse ed essere compresi nel minor tempo possibile. Anche in questo caso la tempistica è fondamentale: definisciti prima che ti definiscano gli altri! Prendi subito posizione e ritaglia il tuo profilo politico con caratteristiche positive, puntando sui pregi. Se lo fai tu, puoi giocare in vantaggio. Se lo fanno gli altri, punteranno sui tuoi difetti.
6. Non trascurare i punti di debolezza
Fare un bilancio dei tuoi punti di forza e di debolezza è una pratica indispensabile. Mettiti nei panni dell’avversario: ti permette di immaginare su cosa andranno a parare i suoi attacchi verso di te. Prevedere questo permette di preparare una strategia di difesa efficace.
Talvolta si riesce persino a ribaltare gli attacchi, trasformando i punti di debolezza in punti di forza. Per esempio, se un tuo avversario ti etichetta come “mister nessuno” puoi giocare la carta del “cittadino comune” che si candida per dar voce ai normali cittadini e risolverne i problemi, così da far trasparire il tuo lato umano agli occhi degli elettori.
7. Ordine e disciplina
Il comitato elettorale è un organo fondamentale a tutti i livelli, sia che tu ambisca a diventare sindaco, sia che tu voglia essere il futuro Presidente del Consiglio. L’anarchia è il male assoluto: organizza i volontari in base alle competenze ed ingaggia professionistidel settore come il manager della campagna, l’esperto social, il sondaggista e così via.
Il tutto deve essere fortemente gerarchizzato e centralizzato con una figura di fiducia del candidato a cui spetta l’ultima parola. Seguendo questo schema, potrai lavorare serenamente ed efficientemente. In caso contrario, annegherai nel caos delle faide tra collaboratori, come è avvenuto nello staff di Hillary Clinton durante la campagna elettorale del 2016 negli USA. Tieni bene a mente: un pessimo clima tra i tuoi più stretti collaboratori influenza negativamente l’intera campagna.
8. Mai sottovalutare l’avversario
Un leone utilizza la sua intera forza anche per uccidere un coniglio. Ricorda di utilizzare tutto l’arsenale disponibile per giungere alla vittoria, anche se parti come favorito. La campagna elettorale di Pier Luigi Bersani nel 2013, nonostante i sondaggi lo dessero in largo vantaggio, portò ad una “non vittoria”.
Ciò avvenne perché il Partito Democratico non investì adeguatamente nella campagna, senza chiamare all’azione in modo efficace attivisti, volontari ed elettori. I sondaggi davano Bersani come vincitore, motivo per cui il partito e gli elettori si erano adagiati sugli allori, credendo di avere già la vittoria in pugno. Questo portò la coalizione di centro-destra ad un passo dalla vittoria e permise al Movimento 5 Stelle di ottenere un risultato altissimo rispetto alle aspettative.
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Con questi accorgimenti avrai una marcia in più rispetto ai molti che improvvisano. Ricorda però che la progettazione della campagna e l’arruolamento di figure competenti ti permettono di puntare al massimo risultato. Affidati ad agenzie di comunicazione politica per strutturare al meglio la tua campagna. Se non ne conosci, noi possiamo aiutarti.